Per l'arrivo della fiamma olimpica in Oriente, i giapponesi investirono una fortuna sugli impianti e sulle strutture di Sapporo, capitale dell'isola di Hokkaido. La polemica sulla commercializzazione degli attrezzi portò all'esclusione dai Giochi del grande discesista Karl Schranz. Il giorno fortunato per gli italiani cadde il 10 febbraio quando Gustav Thoeni, sulla pista di Teineyama, riuscì a vincere il gigante qualche ora prima che i due carabinieri altoatesini Paul Hildgartner e Walter Plaikner si classificassero primi (ex-aequo) nello slittino biposto. Tre giorni dopo la fortuna non fu altrettanto amica di Thoeni che, nello slalom, dovette contentarsi del secondo posto, 2/100 meglio del cugino Roland (di 11 giorni più anziano), medaglia di bronzo. L'ultima medaglia, d'argento, l'ottennero i "quattro" del bob, piazzandosi alle spalle degli svizzeri: l'equipaggio era formato da Nevio De Zordo, Gianni Bonichon, Adriano Frassinelli, Corrado Dal Fabbro.
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